Storie di vita
Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.
1820, Brasile, Biografia di Clementina Tavernari
Clementina Tavernari nasce a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, nell’allora Ducato, nel 1820. Iscritta alla Massoneria e implicata nei moti rivoluzionari del 1848 a favore del Piemonte, nel 1849 fu esiliata e riparò in Svizzera, dove conobbe il musicista Alfonso Malavasi, suonatore di flauto. Clementina e Alfonso emigrarono successivamente in Brasile e il musicista, dopo aver dato vari concerti a Rio de Janeiro, fu invitato a corte, dove suonò alla presenza dell’imperatore Don Pedro II e dell’imperatrice Maria Teresa Cristina di Borbone. Fu l’inizio di uno straordinario rapporto personale della coppia Malavasi-Tavernari coi sovrani. Dopo la morte di Alfonso, durante un’epidemia di febbre gialla, nel 1874 l’imperatore autorizzò Clementina Tavernari ad arruolare 50 famiglie di agricoltori del Nord Italia per fondare nell’allora provincia di Santa Catarina una colonia intitolata all’imperatrice. Clementina tornò in Italia, a Concordia, ed in collaborazione con il compaesano Enrico Secchi, maestro elementare, arruolò le famiglie nelle province di Modena e Mantova. Gli emigranti si imbarcarono il 3 dicembre 1874 a Genova e sbarcarono a Rio de Janeiro il 17 febbraio 1875, venendo ospitati presso l’Hospedaria locale. La colonia di Porto Real, a circa 200 chilometri da Rio de Janeiro, fu una delle prime fondate da italiani in Brasile. Gli emigrati si dedicarono alla coltivazione della canna da zucchero e successivamente anche all’allevamento del bestiame. Dopo il primo impianto per la distillazione della canna da zucchero, sorsero a Porto Real molte altre fabbriche e fu fondata una Associazione Italiana intitolata a Vittorio Emanuele II.
[Amedeo Osti Guerrazzi, Roberta Saccon, Beatriz Volpato Pinto, Dal Secchia al Paraíba. L’emigrazione modenese in Brasile, Introduzione di Emilio Franzina, Cierre edizioni, Verona, 2002, passim]
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