Storie di vita
Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.
1951, Brasile, Cesare P.
Cesare P. alla fine della seconda guerra mondiale lavorava a Roma in un’officina che vendeva anche materiale elettrico e faceva riparazioni radio. Dopo essersi sposato e aver vanamente tentato di emigrare in Canada (la moglie fu scartata alla visita medica), decide di emigrare in Brasile, a San Paolo. Compra i biglietti coi propri risparmi e con l’aiuto dei suoceri. Dopo diciassette giorni di viaggio la coppia sbarca a Santos e si dirige subito a San Paolo, dove prende in affitto una stanza da un operaio figlio di italiani. Dopo quattro mesi Cesare e la moglie si spostano in una casa nel quartiere periferico Morumbí. Con l’aiuto del Patronato degli Emigranti Cesare ottiene la carta d’identità per stranieri e la carta di trabalho, ossia di lavoro e si impiega inizialmente in una fabbrica di accumulatori per auto. Le cose non vanno bene e anche la moglie inizia a lavorare come sarta. La svolta arriva con la decisione di Cesare di mettere un annuncio sul giornale, offrendo le proprie prestazioni di “elettricista italiano qualificato”. In poco tempo, inizia a guadagnare moltissimo col suo lavoro, e in due anni mette insieme un piccolo capitale. Nel 1951 nasce la figlia Luisa. Saputo che nello stato di Paraná si stava verificando un forte sviluppo con l’arrivo di molti immigrati, Cesare decide di trasferirvisi con la famiglia, aprendo una piccola officina di riparazioni radio e vendita apparecchi a Londrinas. Gli affari non vanno bene, la concorrenza è troppo forte. Nel 1953 la famiglia rientra a San Paolo e Cesare apre un negozio di articoli elettrici che gestisce con la moglie.
[Notizie ricavate da Giovanni Passeri, Il pane dei carcamano, Passigli, 1958, pp. 140-149]
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