Storie di vita

Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.

1882, Stati Uniti, Biografia di Marciocchi Desolina

marciocchi

 

DESOLINA MARCIOCCHI (1882 - ?)

Desolina Marciocchi nasce a Mese, in Val Chiavenna, nel 1882. È figlia di un emigrante, Giovan Battista Marciocchi, che negli anni ’70 dell’800 va a cercare fortuna in Argentina, in un paese rurale chiamato Nuova Alemania.
Sin dalle origini, la storia dell’emigrazione dei Marciocchi è segnata dalla tragedia. Lo zio di Desolina, Tonino, muore a Genova prima di imbarcarsi per raggiungere il fratello. Giovan Battista torna definitivamente in Italia nel 1873 e, in seguito ha cinque figli: Egidio, Abele, Desolina, Carolina e Orfeo. Raggiunta la maggiore età, quattro dei suoi figli partono. Al paese rimarrà solo il ragazzo più giovane, Orfeo. Egidio parte nel 1906, per la California. Abele parte nel 1911 e nel 1914 parte Desolina.
Dalla Val Chiavenna raggiunge Le Havre, dove si imbarca sul S/s La Savoie il 7 febbraio 1914. Dichiara di essere una casalinga, housewife e, quando le viene chiesto chi intende raggiungere, dichiara di andare dal suo husband, Balatti Angelo: ma non è vero. Desolina è già sposata e il marito, un certo Lombardini, è rimasto a casa con due figli abbastanza grandi, Dina e Ludovico.
Come quasi tutte le donne arrivate a Ellis Island senza marito, Desolina viene fermata nella detenction, per alcuni giorni. Finalmente quando si fa vivo Angelo Balatti, che è in realtà suo cognato, Desolina è admitted ed entra finalmente negli States. Si stabilisce a Dos Palos, in California, dove si ammala di malaria: scrive «sfortunata sono nata e sfortunata morirò. Sono ammalata. Stò ascriverti queste parole nel letto. Oh la febbre di malaria gastiga, vomiti e tutto cose ed è già un dieci giorni». Qualche mese dopo si riprende: in un’altra lettera nota «adesso sto bene e sto più volentieri qui in mezzo alla mia gente. È già dieci mesi che son qua eppure so parlare pochissime parole e si sta male». Nella zona sono insediati molti italiani, compreso il fratello, e questo permette di ridurre le necessità di rapporto con gli statunitensi.
L’anno successivo parte l’ultima sorella, Carolina, insieme alla figlia di Desolina, Dina, che raggiungerà la madre nel marzo del 1915.
Nel 1917, Desolina ha nuovamente problemi di salute e viene ricoverata per diversi mesi: a lungo rimarrà in stato di coma. È in questo periodo che conosce un italo-americano di nome Solari: lo sposa dopo qualche mese, con gravi incomprensioni da parte della famiglia.
Nel 1919, probabilmente in seguito alla epidemia di “spagnola”, il secondo figlio di Desolina, Ludovico, muore. Scrive alla cognata, che lo ha assistito: «Ti ringrazio di tutto cuore, in quello che hai fatto per me, in verso al mio povero Lodovico. Che fra te e tutti in casa avete fatto il mio dovere». Gli anni successivi sono divisi tra lavoro e malattia: ma nel 1930 comunica di stare bene.
Oramai ha un “bisines”: gestisce un negozio con annessa pompa di benzina. Con i ricavi ha costruito cinque case che ha posto in affitto e continua nei momenti liberi a fare la contadina. Le ultime sue lettere sono degli anni Trenta e descrivono una California rurale, lontana dalla città e tuttavia segnata dalla grande crisi del 1929. Desolina non tornerà mai più in Italia. Non si conosce la data della sua morte.

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