Storie di vita
Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.
1895-1926, Stati Uniti, Guglielmi Rodolfo
RODOLFO GUGLIELMI (1895 - 1926)
Rodolfo Guglielmi nasce in Italia, a Castellaneta il 6 maggio del 1895. È figlio di un veterinario capitano di cavalleria.
Nel 1906 si trasferisce a Perugia, dove il padre muore prematuramente e il giovane Rodolfo entra in collegio. Non è una esperienza felice: Rodolfo è molto indisciplinato e dopo un paio d’anni viene espulso. Non riesce a entrare nell’accademia di Venezia perché ha problemi di vista e di costituzione fisica.
Si trasferisce a Genova, dove si diploma in agraria all’Istituto Marsano di Sant’Ilario. Ritorna a Taranto, ma la città pugliese gli va stretta e parte per Parigi.
La vita a Parigi, all’inizio del secolo è molto particolare: la belle époque è al suo culmine e Rodolfo si lascia travolgere da una vita frivola e affina le sue doti di ballerino e di uomo fascinoso. Ma presto finisce i soldi ed è costretto a farsi mandare il denaro da casa per tornare a Taranto. Dopo l’esperienza di Parigi, Taranto non può che essere solo una sosta. Sulla base dell’esperienza di amici e conoscenti inizia a pensare che forse in America troverà la sua strada. È così che Rodolfo torna a Genova ma, stavolta, per imbarcarsi sul piroscafo Cleveland, che lascia la città il 9 dicembre 1913. L’arrivo a Ellis Island avviene nella vigilia del Natale 1913. All’intervista il giovane Guglielmi, che ha 18 anni e 9 mesi, dichiara di essere agronomo. L’ispettore lo registra come appartenente all’etnia italian, south con cui erano puntigliosamente divisi gli italiani al loro arrivo.
Ha con sé 40 dollari. Che non durano a lungo. A qualche settimana dall’arrivo, Guglielmi vivacchia facendo il giardiniere e, se capita, il cameriere. Un amico di Taranto, Savino, che ha fatto fortuna come musicista, gli regala un tight e lo presenta al proprietario di un night club di New York, il Maxim. Rodolfi mette a frutto quello che ha imparato a Parigi. Da ballerino diviene boyfriend di alcune ballerine famose e inizia a farsi una fama di giovane bello e aitante. Inserito in una compagnia di ballo, parte per San Francisco,dove si esibisce nell’operetta.Un amico conosciuto a New York lo convince a partecipare come comparsa nelle prime produzioni cinematografiche di Hollywood. Rodolfo ha trovato
la sua strada: nel cinema, più ancora che sul palcoscenico, la sua figura e il suo sguardo magnetico si impongono, rafforzati dal fatto che il cinema è muto e quindi tutta l’attenzione si concentra sul viso e l’espressione.
Nel 1921 gira il suo primo film da protagonista, «I quattro cavalieri dell’Apocalisse»: è uno straordinario successo. Guglielmi, su indicazione dell’agente, ha cambiato nome ed è diventato Rodolfo Valentino.
La storia di Rodolfo entra nella sua fase finale: gira un film dietro l’altro, ed è il primo vero “divo” del cinema. La sua bellezza e il suo fascino ne fanno un mito collettivo, ma non gli risparmiano una fine rapida. Ammalatosi di ulcera gastrica, Valentino viene ricoverato a New York, dove muore il 23 agosto del 1926 per peritonite. I funerali, segnati da episodi di delirio collettivo lo consacreranno come un mito assoluto.
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