Storie di vita

Quaranta biografie di italiane e di italiani che partirono alla ricerca di una vita migliore verso la Merica: Brasile, Argentina, Stati Uniti.

1883-1978, Stati Uniti, Biografia di Giraudo Antonio

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ANTONIO GIRAUDO (1883 - 1978)

Antonio Giraudo nasce a Roccasparvera, un paesino a qualche chilometro da Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo, nel 1883. Contadino, a sedici anni diventa emigrante per la prima volta e va in Francia come lavoratore stagionale.
La famiglia è molto povera e ogni volta che ritorna consegna quello che ha guadagnato al padre e alla madre. Gli anni si ripetono allo stesso modo: l’estate e l’autunno, i momenti del raccolto e della vendemmia a casa, ad aiutare i familiari, e l’inverno e parte della primavera in Francia.
A 22 anni, senza prospettive, Antonio decide di fare il “salto”. Due compaesani, uomini sposati, scrivono dall’America e dicono di andare là, dove sono in grado di trovare lavori buoni e remunerativi.
Antonio non parte da solo: con lui viaggiano due ragazze. Una vuole raggiungere il fidanzato in America, l’altra vuole cercare un’occasione migliore.
Tutti e tre partono e a piedi raggiungono Nizza. A Nizza prendono il treno e raggiungono il porto di Le Havre, sulla Manica. Il viaggio costa 400 lire e viene pagato dal padre di Antonio.
Si imbarca sul La Lorraine il 19 gennaio 1907 e arriva a New York il successivo 26 gennaio. È un viaggio breve, paragonato a quello da Genova, ma tempestoso, in uno dei momenti peggiori dell’anno, quando l’Atlantico è particolarmente turbolento. Antonio ha con sé 40 $ e non ha problemi alla visita a Ellis Island.
Si ferma in una osteria piemontese di New York e poi prosegue nel suo interminabile viaggio verso San Francisco. Da San Francisco cerca lavoro e lo trova nel West, nella costruzione di un lago artificiale; scampa fortunosamente a un grave incidente sul lavoro quando un suo compagno, italiano anch’egli, salta per aria a causa di una mina. Antonio si trasferisce e va a lavorare in una miniera di ferro. Il lavoro è durissimo: «fatica come un assassino e bestemmia come un mulo» racconterà poi. Il lavoro successivo è migliore perché si svolge all’aperto: sistema binari nella costruzione delle ferrovie.
Alla vigilia della Grande Guerra, Antonio decide di averne abbastanza: ha fatto un po’ di soldi e gli manca la fidanzata, che non intende trasferirsi in America. Così decide di tornare in Italia, con il suo piccolo gruzzolo. In banca, a Cuneo, dirà di essere stato truffato sul cambio: l’inflazione e la guerra si mangeranno i risparmi e per Antonio Girando si aprirà una lunga vita faticosa da contadino.Nel 1974 la sua testimonianza orale sarà raccolta da Nuto Revelli e pubblicata nel libro «Il mondo dei vinti» (1976).

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