Memorie
Brani di diari privati e album di ricordi per le avventurose vite degli emigranti, provenienti da archivi pubblici e privati e pubblicazioni.
1878, Porto Real, Enrico Secchi
I coloni lavoravano tranquilli nei lotti piantando canna da zucchero che, più tardi, sarebbe stata trasformata in acquardente (grappa) in attesa che il governo, o qualche Compagnia privata, montasse uno zuccherificio. Passarono mesi e la canna era giunta a maturità e si sarebbe perduto il raccolto se non si fossero inoltrate [domande di intervento] dai nostri coloni e da quelli di altre nazionalità all’amministrazione della Colonia. Con tutta sollecitudine, venne in Colonia un ingegnere di Rio il quale, in fretta e furia, impiantò, nel centro della Colonia italiana, un macchinario proprio per la fabbricazione dell’acquardente. Si costruì un grande baraccone coperto di grandi tegole di zinco sotto al quale si montarono i strettoi, alambicchi e grandi tinozze per far fermentare il mosto della canna e rispettive botti da riempir di acquardente (grappa) e così si potette salvare buona parte del raccolto della canna che già incominciava a seccare.
La colonia di Porto Real, per la sua vicinanza alla capitale [sc. Rio de Janeiro, allora capitale del Brasile] (circa 200 chilometri di ferrovia) era ogni tanto visitata da qualche ministro o ambasciatore straniero o comandante di navi da guerra. […]
Più tardi vi fu la visita di Sua Maestà l’Imperatore Don Pedro II, accompagnato dal ministro d’Agricoltura e da altre personalità, tra queste il superiore dei Cappuccini, Frate Luigi di Piazza, di Rio per celebrare la messa. […] Immaginarsi l’entusiasmo che suscitò tra noi tale notizia; allora io aveva traslocato la scuola nella casa fatta costruire nel mio lotto di terra propriamente nel centro dei lotti dei nostri coloni. Si fece una riunione nella mia casa e si stabilì di alzare alcuni archi di piante nell’entrata della strada principale, nel centro e alla fine, ornata di fogliame e parassite e per trofei gli strumenti di cui si servivano a coltivare la terra, cioè vanga, zappa, ronca e accetta. […]
Enrico Secchi - 1880 Memorie |