Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1958, Buenos Aires, Eugenia Sacerdote De Lustig
Fonte: Giancarlo Libert, L’emigrazione piemontese nel mondo. Una storia millenaria, Aquattroedizioni, Chivasso (TO), pp. 91-92
Eugenia Sacerdote De Lustig.
Eugenia Sacerdote nasce a Torino nel 1910. Nel 1929 si iscrive alla Facoltà di Medicina di Torino: all’epoca vi erano solo 4 studentesse su 500 studenti. Una di queste era sua cugina, Rita Levi Montalcini. Quando nel 1938 Mussolini promulga le leggi razziali, a 29 anni Eugenia si trasferisce in Argentina con il marito Maurizio de Lustig, impiegato presso la Pirelli. Arrivano in Argentina poco prima dello scoppio della guerra in Europa, nel luglio 1939. Il marito viene presto trasferito in Brasile ed Eugenia rimane sola con la figlia per vari mesi. In Argentina non gli è riconosciuto il titolo di medico; nel frattempo nasce il secondo figlio. Avendo imparato la coltivazione di cellule vive in laboratorio, si avvicina alla cattedra di Istologia Embriologica dell’Università di Buenos Aires, dove lavora con uno stipendio molto basso. Eugenia è all’epoca l’unica nel paese sudamericano a conoscere la tecnica di coltivazione in vitro dei tessuti vivi. Nel 1956 vince in concorso ed entra all’Istituto Batteriologico Malbran, come responsabile del dipartimento di virologia. In quell’anno viene mandata a perfezionarsi negli Stati Uniti nella tecnica di vaccinazione poliomielitica. Al suo ritorno in Argentina, è la prima ad applicare il vaccino nel paese. Nel 58 assume la cattedra di biologia cellulare dell’Università di Buenos Aires, che mantiene fino al 1966. Eugenia è ricercatrice superiore del Conicet, presidentessa dell’Istituto superiore di ricerca medica Albert Einstein e Direttrice di ricerca dell’Istituto Angel H. Roffo, dove sviluppa ricerche di genetica, di oncologia e sul morbo cosiddetto di Alzheimer. Durante la sua lunga carriera pubblica oltre 200 testi in Argentina e all’estero. Ha pubblicato anche la sua autobiografia: “Dalle Alpi al fiume dell’Argento”. Numerosi i premi ottenuti: tra questi, il premio Ippocrate alla Medicina nel 1992. È stata anche dichiarata cittadina illustre della città di Buenos Aires.
E’ morta a 101 anni nel 2011.
[sintesi ricavata da Giancarlo Libert, L’emigrazione piemontese nel mondo. Una storia millenaria, Aquattroedizioni, Chivasso (TO), pp. 91-92]
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