Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1923, Buenos Aires, Dante Baldoni
Fonte: Dora Giraldez Marchetti, Da Numana a “La Boca”. Percorsi degli emigrati numanesi in Argentina, Prefazione di Paola Magnarelli, 2005, pp. 42-43
Dante Baldoni (1880-1949?), un liutaio di Numana
Baldoni nacque a Numana nel 1868 ed emigrò con la famiglia a Buenos Aires a 14 anni, nel 1885. Cominciò a lavorare come ebanista, perché come dichiarò in un’intervista rilasciata nel 1923 “è assolutamente necessario saper lavorare bene il legno, prima di mettersi a fare il liutaio”. Poi passò a studiare la fabbricazione degli strumenti a corda, e stesso tempo studiò acustica, sotto la guida di un professore francese. Cominciò quindi a fabbricare violini e a 20 anni produsse il primo violino antico: antico nel senso che fu venduto come tale, garantendo a Baldoni un sostanzioso guadagno. Dal suo laboratorio di strumenti musicali di lì in avanti uscirono non semplici strumenti ma veri capolavori, come testimoniano le lettere dei tanti maestri musicisti che li utilizzarono e manifestarono la loro ammirazione e amicizia in lettere, cartoline e fotografie. Fra questi, JanKubelik, che ordinò a Baldoni la costruzione di un violino, e se ne servì per eseguire la seconda parte di un concerto dopo che a metà dello stesso gli era stato sequestrato il violino Stradivari, per una causa con un imprenditore teatrale che lo accusava di non aver rispettato un contratto: l’esecuzione fu un successo, il pubblico non percepì la differenza tra il violino Baldoni e lo Stradivari. Della vita privata di Dante Baldoni non molto si sa: si sposò ed ebbe tre figli, due dei quali diventarono musicisti, uno violinista e l’altro violoncellista, e suonarono nel teatro più importante di Buenos Aires, il Teatro Colón. Nell’agosto del 1938, Baldoni fu intervistato da “The Standard”, giornale della collettività inglese di Buenos Aires: dichiarò di avere 70 anni, di lavorare da 47 e di non avere nessuna intenzione di ritirarsi. Ritrovandosi nel suo piccolo laboratorio, il giornalista che lo intervistò ebbe la sensazione di trovarsi di fronte a un artigiano medioevale. Baldoni morì in silenzio a Buenos Aires, forse nel 1949. Nessun discendente di Baldoni possiede attualmente un violino costruito da Dante. Dopo molti anni dalla sua morte, un violino “Baldoni” è stato messo all’asta, ma il prezzo era tanto elevato che i parenti non riuscirono ad acquistarlo: andò a un collezionista.
[sintesi ricavata da Dora Giraldez Marchetti, Da Numana a “La Boca”. Percorsi degli emigrati numanesi in Argentina, Prefazione di Paola Magnarelli, 2005, pp. 42-43]
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