Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1991, Giovanni Rovello, testimonianza raccolta da Marìa Josephina Cerutti
Fonte: Dal monte al piano. Tracce di emigranti dalla provincia di Cuneo, a cura di Dionigi Albera, L’arciere, Cuneo, 1991, pp. 106-108
Giovanni Rovello, testimonianza raccolta da MaríaJosephinaCerutti, pubblicata in Dal monte al piano. Tracce di emigranti dalla provincia di Cuneo, a cura di Dionigi Albera, L’arciere, Cuneo, 1991, pp. 106-108Io ho avuto uno zio che è andato in America. Si chiamava Milcare. […] Mio nonno […] un giorno del 1890 ha avuto una specie di sogno nel quale aveva la visione delle pompe idrolatrici a zaino. Dopo averle sognate si è messo insieme a Pasquale Prato per fabbricarle. […] Poi il nonno ha avuto due figli, mio padre nel 1885 e mio zio, nato nel 1901. Nel frattempo, nel 1900, Pasquale Prato è partito per la Merica, è andato a Mendoza, nella Repubblica Argentina. […] Era andato giù in Argentina perché sapeva che c’erano tanti piemontesi che facevano il vino e che ci poteva essere lavoro per lui come bottaio. […] Così questo Prato ci ha invitati ad andare a vendere le pompe idrolatrici. Mio zio nel 1922 si è deciso, è espatriato per andare a Mendoza a vendere le pompe. Laggiù c’erano i pesos a mucchi, bastava aver voglia di lavorare. Mio padre gli inviava le pompe idrolatrici semilavorate, gli spedica i vari pezzi […]. Ma l’esperimento non ha funzionato, le nostre pompe non andavano bene perché laggiù in Sud America piove di meno. In poco tempo il sogno di mio zio è stata una grossa delusione. Si è messo a trafficare anche con le biciclette, insieme al suo amico Guido Scagliola. Facevano arrivare le biciclette dall’Italia e poi le rivendevano. Il loro commercio era un miscuglio tra biciclette e pompe idrolatrici. Per la verità mio zio si arrangiava facendo anche altri lavori, riparazioni di vario genere. Ma un giorno mio padre l’ha invitato a tornare, dicendogli che il lavoro si trovava anche in Italia. Non se l’è fatto ripetere due volte, è tornato e l’America è finita. […]
Giovanni Rovello - 1890 |