Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1886-1953, Brasile, Codo Santo e Picelli Codo Ludovica
Fonte: Licia Capri Pignataro, Imigrantes italianos em Rio Claro e seus descendentes, Rio Claro, Arquivo público e histórico do Municipio, Imprensa Oficial do Estado de São Paulo, 1982, pp. 65-89. Traduzione di Federica Bertagna
Santo Codo e Ludovica Picelli Codo, emigranti veneti. Licia Capri Pignataro, Imigrantes italianos em Rio Claro e seus descendentes, Rio Claro, Arquivo público e histórico do Municipio, Imprensa Oficial do Estado de São Paulo, 1982, pp. 65-89. Traduzione di Federica Bertagna
Testo:
Santo Codo e sua moglie, Ludovica Picelli Codo lasciarono la loro patria per un lungo viaggio transoceanico alla volta dell’America, con destinazione il Brasile, […] nel 1886. Santo Codo nacque in Italia, il 1° novembre 1861, a Rovigo, in Veneto, e morì a Rio Claro l’11 aprile 1942. Anche sua moglie Ludovica Picelli Codo nacque nella stessa città di Rovigo, l’8 settembre 1867 e morì a Rio Claro il 19 gennaio 1953. Con la coppia giunsero in Brasile i due figli piccoli, nati in Italia. […] Giunti qui [sc. in Brasile], la coppia e i loro figli si stabilirono a Santa Gertrudes, per lavorare “nell’immensa fazenda di Conde Prates” […].
Santo Codo e sua moglie, là nella fazenda si dedicarono esclusivamente a lavorare la terra, all’agricoltura. […] Cominciarono per la coppia di immigrati avvenimenti tristi: già avevano perduto due figli in Italia, e qui morirono i due figli partiti con loro. [...] La loro casa fu allietata più tardi dalla nascita dei loro figli Guerino, Domingos, José, Albino e Teresa. […] Tutti i coloni andavano a comprare i prodotti per il loro sostentamento allo spaccio: il conto di Santo era alto. Egli decise che il cibo di ogni giorno della sua famiglia fosse limitato alla polenta, ottimo alimento, e al succo d’arancia. La polenta se la procurava nella Fazenda Itaúna, dato che la farina di granoturco usata per prepararla era scambiata con il miglio nello zuccherificio della stessa fazenda. Possedevano anche animali domestici, maiali, una vacca da latte, uccelli. […] Grazie a piccole economie, frutto di un lavoro di molti anni, […] riuscirono a lasciare il lavoro salariato nella fazenda per tentare di mettersi in proprio, in un terreno relativamente grande e fertile, vicino, da loro acquisito. […] In quel luogo, denominato “Mombuca”, andarono a risiedere Santo e Ludovica Codo, più tutti i loro figli già sposati, e i primi figli di questi, nipoti dell’anziana coppia. L’unica che non li accompagnò fu la figlia, Teresa Codo, che essendosi sposata con Angelo Marino, anch’egli di origine italiana, andò a stabilirsi nella Fazenda Santa Gertrudes, dove lavorava suo marito.
Santo Codo e Ludovica Picelli Codo |