Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1874, Espirito Santo, Tabacchi Pietro
Fonte: Renzo Grosselli, I colonizzatori della Valsugana, “L’Aquilone. Trimestrale di informazione e cultura”, 18, 2000, passim
Pietro Tabacchi e la sua sfortunata spedizione in Espírito Santo nel 1874
Pietro Tabacchi era un trentino che agli inizi degli anni ’50 [sc. dell’800] si era rifugiato in Espirito Santo, a Nord di Rio de Janeiro, dove nel giro di qualche anno aveva messo in piedi una fiorente attività commerciale, basata soprattutto sull’esportazione di legname, a cui aveva affiancato l’acquisto di ingenti estensioni di terreno. […] nel 1873 Pietro Tabacchi stipulò un contratto con il governo di Rio che prevedeva l’inoltro di un certo numero di contadini europei nelle sue terre, ottenendo il finanziamento di una certa somma da parte del ministero dell’agricoltura. L’imprenditore avrebbe inserito questi lavoratori in una sua fazenda in cui avrebbero coltivato il caffè. Lo stesso Tabacchi si diresse in Trentino dove avvicinò gli emigranti. Con l’aiuto del suo conterraneo Pietro Casagrande riuscì alfine a mettere insieme un gruppo cospicuo di famiglie, formato da quasi 400 contadini che partirono alla volta di Vitoria il 3 gennaio del 1874. […] Il contratto che i capifamiglia sottoscrissero con Tabacchi prevedeva che ogni famiglia avrebbe ricevuto 12 ettari di terra, pagabili in 5 anni ad un prezzo favorevole. Anche il trasporto dai villaggi trentini e sino a destinazione era a carico dell’imprenditore e così il vitto e l’alloggio per i primi 6 mesi. In contropartita gli agricoltori si impegnavano a lavorare per Tabacchi per un anno, col compenso del solo vitto, e per altri tre anni a richiesta dell’imprenditore e con compenso in danaro preventivamente pattuito. […] La cosa non andò a buon termine. La zona di colonizzazione, tanto per iniziare, era situata presso il 20esimo parallelo, a qualche chilometro dalla città portuale di Santa Cruz. Si trattava cioè di zona pienamente tropicale ed ubicata al livello del mare. Non offriva certo le migliori condizioni climatiche per le famiglie europee […]. Proprio a pochi chilometri dalla fazenda di Pietro Tabacchi c’era la colonia di S. Leopoldina. Soprattutto da ciò vennero le disgrazie dell’imprenditore trentino. I suoi coloni dapprima si ribellarono, poi qualcuno chiese la protezione del governo, altri se ne andarono alla chetichella. Dopo alcuni mesi di disavventure continue, Pietro Tabacchi morì di crepacuore. […]
[Renzo Grosselli, I colonizzatori della Valsugana, “L’Aquilone. Trimestrale di informazione e cultura”, 18, 2000, passim]
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