Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1885, Rio Grande do Sul, Ferronatto Pietro
Fonte: Pietro Ferronatto, originario di un comune della provincia di Treviso, emigrato in Brasile nel 1885. Testimonianza pubblicata in Rovilio Costa et al., Imigração italiana no Rio Grande do sul. Vida, costumes e tradiçoes, Est/Sulina, Porto Alegre, 1974, p. 86. Traduzione di Federica Bertagna
Pietro Ferronatto, originario di un comune della provincia di Treviso, emigrato in Brasile nel 1885. Testimonianza pubblicata in Rovilio Costa et al., Imigração italiana no Rio Grande do sul. Vida, costumes e tradiçoes, Est/Sulina, Porto Alegre, 1974, p. 86. Traduzione di Federica Bertagna
Testo:
L’emigrazione in Brasile, era considerata una grande avventura, dato che si trattava di una terra sconosciuta […]. Molti italiani pensavano che, in Brasile, non esistesse il legno, e si portavano dietro anche le casse per mettere i loro attrezzi. Tutti ci preoccupavamo di come avremmo fatto a lavorare qui. La mia famiglia ottenne un terreno, qui [sc. nella colonia Alfredo Chaves, nello stato del Rio Grande do Sul], grazie alla mediazione di Nei Ferronatto, mio zio, che già si trovava in Brasile da un anno nella colonia Dona Isabel. Nei ci scrisse e noi partimmo. Vendemmo un piccolo terreno, i mobili, al fine di mettere assieme il denaro per l’inizio della nostra nuova tappa di vita. Il giorno della partenza, molti amici e parenti erano tristi. […] La tristezza della partenza ci contagiava. Molte volte, sognai di tornare nella “Bella Italia”. Nessuno sapeva cosa fosse il Brasile. Qui siamo venuti per migliorare la nostra condizione di vita. Il nostro viaggio durò quaranta giorni. Molti facevano piani fantastici ma la realtà si rivelò completamente differente. […] Per mancanza di mezzi, io e la mia famiglia facemmo il tragitto da Porto Alegre ad Alfredo Chaves a piedi. Altre famiglie fecero lo stesso. Le strade dovevano essere ancora aperte e l’unica soluzione era aprirle a colpi di falce, fino a destinazione […] A fine giornata ci fermavamo per accamparci e la mamma ci preparava da mangiare. Dopo vari giorni di lotta con la foresta arrivammo alla colonia Dona Isabel, dove ci aspettava lo zio Nei. L’incontro significò lacrime e allegria. Proseguimmo con lui, in carrozza, fino ad Alfredo Chaves, dove ci era stato riservato un terreno montagnoso e difficile da lavorare. Cominciammo la nostra vita, piantando miglio, allevando maiali e galline.
Pietro Ferronatto - 1885 |