Lettere
Qui troverai lettere di emigranti italiani dal 1820 fino al 1920, da Argentina, Brasile, USA ai loro parenti in Italia. Da archivi pubblici e privati o pubblicazioni.
1886-1938, San Paolo, Zavattiero Giuseppe
Fonte: Notizie fornite dal nipote Orlando Zavattiero, pubblicate in Elio Benatti, Brasile chiama… Mantova, Tipolitografia Gamba, Verdello (Bg), 1998, pp. 109-111.
Giuseppe Zavattiero. Notizie fornite dal nipote Orlando Zavattiero, pubblicate in Elio Benatti, Brasile chiama… Mantova, Tipolitografia Gamba, Verdello (Bg), 1998, pp. 109-111. Giuseppe Zavattiero emigrò in Brasile nel 1886. Lavorò ad Araraquara, in Matão, alla costruzione della ferrovia Araraquara-Jaboticabal; infine si stabilì in questa seconda località, dove morì nel 1938. In Brasile non fece la fortuna sognata, secondo quanto ha raccontato il nipote Orlando Zavattiero.
[…] la storia del mio nóno. Si chiamava Giuseppe Zavattiero, di Albettone nel basso vicentino […] A quasi 110 [sc. 110 anni fa], o sia nel 1886 mio nóno a lasciato la famiglia in Italia per tentare far lamerica e ritornare in Italia per stabilirvisi. Nel viaggio in bastimento, come conosciuti aveva una famiglia con il cognome Zocante. Tutti i passegieri del bastimento hanno dovuto prendere la vaccina contro il vaiolo. Il mio nóno fu lunico che la vaccina non ha datto effetto e per questo ha dovuto fare una quarantena nel isola dei Fiori separandosi del unica famiglia conosciuta e della quale non ha mai più avuto notizia. Arivatto a destinazione a S. Paolo, solo, senza sapere leggere o scrivere. Per finire e stato nel imigrazione [sc. all’Ufficio emigrazione] il patrone di una fattoria in cerca di famiglie italiane che non cerano piu, e alora per non perdere il viaggio ha conduto lunico imigrante italiano che si trovava in quel momento. Mi ricordo di sentire il mio nóno mensionare che sto padrone se chiamava Barba e haveva la fazenda Montealegre nel municipio di Araraquara a 400 quilometri di San Paolo e punto finale della stradata di ferro di vapore a legna. Di Araraquara inavanti era ancora tutta selva, e Beppi (como chiamavano il nóno) fu il primo italiano ad entrare in quela fattoria visto che il lavoro in quel tempo era il bracio schiavo. […] Dopo il 1888 sono arrivati in quela molte famiglie de imigrati italiani, ma tutti di Treviso, o sia del Piave, del Montello, e tra essi la famiglia Paolon la di Venegazzu, e il mio nóno ha sposato una giovane di questa famiglia e Adio sogno di ritornare in Italia! A Havutto otto figli, quatro uomeni e quatro done. Il mio papà era il più vecchio nato nel 1891 e anche lui come il mio nóno non ha mai avanzato denaro per conoscere l’Italia e i parenti che sonno rimasti in Patria. Il mio nóno sempre si corresponduto con la mama e i frateli, poi il mio papà a dato seguenza questa corrispondenza e per fine io che senza saper scrivere l’italiano ancora cambio letere con gli parenti.
Giuseppe Zavattiero |